Tragedia a Lampedusa, speranza a Pozzallo: il Mediterraneo non si ferma a Capodanno
L’anno nuovo si apre con un grido di dolore che risuona dal Mediterraneo, eco di un dramma che troppo spesso resta inascoltato.
Infatti non giungono notizie confortanti dalle nostre città di frontiera. L’isola di Lampedusa ha chiuso il 2024 e aperto le prime ore del 2025 con l’ennesima tragedia del mare: 20 migranti, tra cui donne e bambini, sono dispersi dopo il naufragio di un barchino partito dalla Libia. Tra i superstiti, sette persone, incluso un bambino di soli 8 anni, strappato alla morte grazie al coraggio di un parente.
Nel frattempo, a Pozzallo, è previsto per questa sera l’arrivo di 17 migranti salvati dalla nave ONG Aurora Sar. Un segno di speranza in una giornata altrimenti segnata dal dolore.
Il commento della Don Bosco 2000
“Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a queste stragi silenziose – dichiara Agostino Sella, presidente Don Bosco 2000 – ogni vita spezzata in mare è un monito per il nostro tempo. Iniziamo il nuovo anno con un impegno concreto verso chi non ha voce e cerca un futuro migliore.”
Questa tragedia di Capodanno, sottolineano i vertici della Don Bosco 2000, non può essere solo un episodio che suscita commozione temporanea. Serve una presa di coscienza collettiva, una risposta concreta da parte delle istituzioni europee e internazionali per fermare questa lunga scia di morti nel Mediterraneo.
“È necessario garantire vie legali e sicure per chi cerca rifugio – sottolinea il presidente Sella – e promuovere politiche di accoglienza basate sulla dignità e il rispetto della persona umana. Ogni naufragio, ogni vita spezzata è una sconfitta per l’intera umanità.”
Il Mediterraneo continua a essere teatro di dolore e resilienza, ricordandoci che la speranza di pochi è una responsabilità di tutti.
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