Modica, Franco Di Martino: “La città ha bisogno di persone capaci che abbiano idee per il futuro”

Continua il nostro viaggio nel passato della città di Modica, per comprendere quale potrebbe essere il suo futuro.

Dopo l’intervista con l’ex sindaco Meno Ruta, abbiamo incontrato un altro ex amministratore di questa città, per comprendere meglio alcune dinamiche politiche e sociali che solo chi conosce bene Modica può spiegarci e spiegare, soprattutto ai cittadini, che si apprestano a scegliere il nuovo sindaco di questa città.

L’avv. Meno Ruta, fra i nomi di coloro che potrebbero assumere questo complicato compito, aveva citato Franco Di Martino. Già dirigente provinciale del Servizio di Psicologia dell’Asp di Ragusa, più volte assessore al Comune di Modica, il dott. Di Martino, pur essendo sempre stato un uomo di sinistra, è una persona ben vista anche da chi ha avuto un percorso politico diverso, un amministratore preparato, lungimirante, senza peli sulla lingua che alla nostra domanda se fosse pronto ad assumersi il peso di amministrare la città di Modica ha risposto:

Sono del parere che, ogni cosa abbia il suo tempo. Io penso che, oggi, il sindaco debba essere un giovane, una persona motivata, dinamica. Anche, perché, noi siamo in un periodo difficile per Modica. La città, ha bisogno di essere amministrata e per farlo ci vogliono energie fresche. Io sono da sempre del parere che l’amministrazione non debba essere necessariamente determinata da accordi politici. Perché il Comune deve essere amministrato al meglio, quindi il concorso di forze di orientamento politico diverso, non può che fare bene. Noi abbiamo avuto e abbiamo tutt’ora un esempio in Italia, che è l’attuale Governo, formato da forze politiche diverse, necessario a superare questo grave momento di difficoltà. Io non ho mai negato la mia disponibilità, però un conto è chi si intesta questo progetto, che deve avere determinate caratteristiche e poi ci possono essere, a contorno, delle figure che possono dare il loro contributo in termini esperienziali, in termini di consigli, io penso anche a progetti a termine. Io condivido molto quello che diceva l’avvocato Ruta nella sostanza, perché la direzione è questa. Noi dobbiamo avere una persona capace che debba riunire attorno a sé esperienze, competenze finalizzate al rilancio della città. Questo non può essere il progetto di un partito

-Anche perché in realtà oggi non possiamo parlare di partiti perché non esistono più e come conseguenza manca anche una nuova classe politica…

Questo è dovuto alla decadenza della politica. Oggi ci si può improvvisare politici, amministratori e poi i risultati sono questi. La conoscenza della storia delle istituzioni, la militanza, l’aver fatto apprendistato. Sono tutti requisiti per diventare buoni amministratori. Ed io credo che, il compito di una nuova classe amministrativa, sia quello di educare all’utilizzazione dello strumento amministrativo. Il Comune, non si può amministrare come se fosse casa propria, il comune è di tutti. Anche nel modo di amministrare, non si può non tener conto del bene comune. Oggi abbiamo bisogno di rendere un servizio alla città, non di fare un favore ai cittadini. Ed invece, soprattutto nell’ultimo ventennio, la politica è completamente cambiata. Oggi l’obiettivo del politico, dal sindaco al consigliere e non solo, è quello di crearsi le condizioni per una nuova rielezione. Si tende a vivere la politica come professione”

-Quindi è d’accordo su questa proposta di formare un “Governo dei migliori”?

Nel merito sì ma non mi piace la parola “migliori” perché mi fa sembrare distante il concetto dal senso comune. Abbiamo bisogno delle energie migliori della città. Noi abbiamo bisogno di chi possa amministrare Modica con competenza. La città non può essere data in mano a chi non ha esperienza amministrativa.”

Questo però sembra un po’ un controsenso, perché se da una parte ci vuole, come dice lei, un cambio generazionale dall’altro lei stesso afferma che è necessario che chi governi la città abbia esperienza amministrativa. Spesso però le due cose non coincidono…

Quando parlo di esperienza, non parlo necessariamente di esperienza di natura istituzionale ma, mi riferisco ad esperienze amministrative, capacità imprenditoriali, manageriali perché, purtroppo, e lo dico con grande amarezza, in questi anni non abbiamo avuto nella città una progettualità. Quello che attualmente vediamo nella città è il frutto di quello che c’è stato precedentemente. Oggi, si è fatta solo manutenzione che, ci vuole, ma ci vuole anche un grande respiro. Il turismo a Modica è frutto di quello che si è fatto nel passato, a partire dal centenario con la sindacatura Rut, ma anche a tutte le iniziative messe in atto nel periodo della sindacatura Torchi, il benessere, il senso della riscoperta della città, sono tutte cose che erano state pensate prima, i cui semi erano stati gettati e di cui oggi si raccolgono i frutti. Ma non c’è una progettualità per il futuro. Si è campato di rendita, gestendo il quotidiano.”

E’ questa secondo lei la pecca di questa amministrazione? La mancanza di progettualità?

Io sono molto lontano da questa amministrazione però lo dico senza la presunzione di esprimere un giudizio politico. Mi limito a fare la radiografia di questa città ed è evidente che oggi non si pensa al futuro.”

Perché secondo lei? E’ anche colpa dell’elettorato che si accontenta della manutenzione ordinaria, la famosa lampadina che viene sostituita piuttosto che pensare in grande? Abbiamo smesso di sognare?

Io non giudico mai l’elettorato, per me ha sempre ragione ma, come cittadino, non è questa la Modica che io vorrei. Penso che la prossima amministrazione dovrà affrontare due grossi problemi. Il primo di risanare la questione finanziaria, che non è certo un fatto secondario nella nostra città. Questa amministrazione, non solo ha vissuto di rendita, ma ha anche peggiorato la situazione finanziaria. L’amministrazione Buscema si era molto prodigata per risollevare le sorti finanziarie del comune, aveva fatto arrivare finanziamenti, era riuscita ad avere anticipazioni da parte dello Stato ma tutto questo oggi è stato dilapidato. La situazione del Comune, oggi, da un punto di vista finanziario è drammatica quindi la nuova amministrazione si deve porre questo problema. E l’altro, è il rilancio della città. Eravamo riusciti ad avere l’Università, il Liceo Musicale, una città che veramente era punto di riferimento del comprensorio. Una città senza espressione culturale non è destinata a diventare leader. Quindi, la nuova amministrazione deve fare questo e nel fare questo non ci può essere il condizionamento della politica intesa come dei partiti politici e io credo che questo possa essere fatto se prevale una nuova cultura politica che è quella di accettare che abbiamo bisogno di persone motivate, che sappiano fare perché non sempre la disponibilità o l’impegno equivale al saper fare. Per questo, io penso, che abbiamo persone che nella città vengono percepiti come capaci. Negli anni 70, quando si parlava delle amministrazioni, uno dei requisiti fondamentali per governare era l’onestà, giusto, ma io penso che solo questo, oggi, non basta, un altro requisito era la motivazione, ma solo questo non basta, insieme alla moralità, alla volontà, alla motivazione ci vuole la capacità.”

Tornando alla mancanza di progettualità, una parte della città che soffre da sempre della mancanza di un progetto, di una visione per il futuro è Modica Alta. Perché secondo lei non riesce a decollare questo quartiere? Cosa servirebbe a questa parte della città per fare una volta per tutte quel salto di qualità di cui avrebbe bisogno.

Spesso l’errore che facciamo è che quando pensiamo a Modica Alta la immaginiamo come la Sorda. Ma questo non potrà mai succedere per ragioni legate all’orografia del territorio, perché le città si sviluppano in genere verso il mare, però, questo, non significa che Modica Alta non possa avere anche un futuro di prosperità. Noi dobbiamo pensare a Modica Alta come una zona della città dove poter ubicare alcune cose, qui è giusto fare alcune cose e sarebbe sbagliato farne altre. Modica Alta deve conservare l’aspetto residenziale, storico. Modica Alta storicamente è stata una città nella città. Noi prima avevamo tutti i servizi qui. Può essere anche la sede di grosse strutture sportive, culturali. Qualche esempio di imprenditore che ha deciso di investire con successo a Modica Alta c’è ma sono pochi. Oggi, ad esempio, l’unico cinema è a Modica Alta. Bisogna rilanciare queste attività. Noi non dobbiamo scimmiottare la Sorda perché sarebbe un errore. Il futuro si costruisce sulle idee. Uno dei limiti di questa amministrazione è stato proprio quello di non avere avuto delle idee per questa città. Di aver assecondato il quotidiano, che è utilissimo ma non è il futuro della città”.

-Come immagina il futuro di questa città?

“Tutto dipenderà da chi la governerà. Se la futura amministrazione dovesse nascere da un accordo tra i partiti e allora non ci sarà un futuro per questa città. Perché negli accordi tra partiti, spesso, prevale la visibilità stessa di un partito. Se io la immagino come una sorta di D-Day certo il futuro di Modica sarà ottimo. Noi dobbiamo credere che le prospettive di benessere prevalgono su quelle individuali. Cioè, io penso che la stragrande maggioranza della gente, ha bisogno di credere nel futuro. Io voglio essere uno che spera nel futuro e per questo credo che il progetto di mettere insieme i più capaci possa realizzarsi. Io metto a disposizione la mia disponibilità ad impegnarmi affinché questo progetto possa andare avanti perché, in fondo mi ritengo di essere un’idealista nella politica. Io credo che in un Comune si debba pensare più a quali sono i problemi da risolvere e se la persona più capace è una persona di destra per me non ci sono problemi, lo stesso se fosse di sinistra, non è più tempo di stare fermi sulle proprie posizioni politiche.”

Franco Di Martino, ignazio abbate, Meno Ruta, modica, Piero Torchi

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