Il flop di “Frecciabianca”, ferrovie inadeguate, e Trenitalia chiede aumento delle tariffe

La Regione ha sterilizzato la richiesta e le tariffe non sono aumentate del 10%

Qualche giorno fa è arrivata una nota trionfante della Regione Sicilia in cui si proclama a gran voce: Treni Sicilia, il Governo Musumeci blocca il rincaro dei biglietti!

E così abbiamo scoperto in una botta sola: 1) che esistono i treni in Sicilia che meritano di avere un rialzo delle tariffe ; 2) che Trenitalia aveva il coraggio di aumentare le tariffe senza prima pensare a migliore i servizi; 3) che il Governo Regionale ogni tanto ha buon senso.

Infatti si legge nella nota che “ha approvato la “sterilizzazione” dei preventivati aumenti del 10 per cento sulle tariffe adottate da Trenitalia in Sicilia”.

Certo usare il termine sterilizzazione ci sembra eccessivo diciamo che questa volta ha deciso con determinazione che non sarebbe stato possibile aumentare il prezzo per qualcosa che non funziona sopratutto per quelle tratte che lo stesso Governo definisce con maggiori criticità.

Come ad esempio, per restare in zona, la Modica-Caltanissetta, insomma quelle tratte per le quali il Governo si legge nella nota prevede tariffe  con scontistiche che vanno dal 30 al 50 per cento, finanziate con le penali sui disservizi che Trenitalia versa alla Regione.

Cioè Trenitalia preferisce spendere soldi pagando le penali piuttosto che utilizzarli per migliorare le tratte. Ma quando si parla di Trenitalia e Regione c’è sempre da preoccuparsi.

Non dimentichiamo il flop del famoso Frecciabianca con cui Trenitalia ha inviato in Sicilia treni ridipinti e riadattati mandati dalle regioni del nord, con tempi di percorrenza addirittura peggiori dei già lunghissimi tempi precedenti.

A questo sono seguiti costi aumentati a carico dei pendolari. Insomma in realtà a conti fatti c’è chi sostiene che si sarebbe ottenuto lo stesso risultato, riorganizzando le coincidenze anche col vecchio Intercity ma vuoi mettere avere sedili più comodi e spaziosi e addirittura il vagone bar e il Wi-Fi?


Poi se magari sono solo di facciata poco conta. E la Regione in tutto questo?


La stessa Regione che adesso “sterilizza” gli aumenti non ha battuto ciglio anzi ha approfittato per fare un po’ di passerella con una inaugurazione che in realtà ha messo in luce alcune piccole divergenze tra il Presidente della Regione, che alla fine ha mandato al suo posto l’assessore Marco Falcone, e il Sottosegretario Cancelleri.

Ma ai siciliani questi battibecchi politici non interessano, soprattutto non interessano ai pendolari che devono prendere ogni giorno il treno per spostarsi e che preferirebbero farsela a piedi.

E quindi detto questo ci chiediamo cosa dovremmo fare dopo aver letto il comunicato della Regione? Battere le mani perché non hanno fatto aumentare le tariffe?

Perché, come si legge nella nota, hanno mantenuto gli impegni assunti per il blocco degli aumenti e  hanno confermato le tariffe agevolate per le tratte ferroviarie con maggiore criticità?


Immancabile poi il rimpallo delle responsabilità. Nella nota si legge “Attendiamo adesso che Roma batta un colpo, affinché l’Isola possa finalmente ottenere il diritto alle “tratte sociali” e a  fondamentali infrastrutture come il collegamento stabile sullo Stretto, per non restare fuori da ogni processo di velocizzazione del trasporto su ferro”.


E allora mentre attendiamo che Roma batta un colpo, chiediamo alla Regione di impegnarsi realmente e concretamente per migliorare il sistema dei trasporti in Sicilia e di far sapere a Trenitalia che non siamo la sua discarica, che non può prenderci in giro con il contentino del Treno dell’Alta Velocità che di veloce non ha niente se non di farsi scoprire come la “sola” che era.

E quindi meno comunicati di auto celebrazione e più fatti.

E adesso ci aspettiamo un altro intervento del Presidente della Regione sulle tariffe ma questa volta degli aerei.

Perché non è possibile che sotto le feste chi deve rientrare a casa ha bisogno di farsi un prestito per pagare il biglietto. Questa direte voi, cari lettori, è un’altra storia e invece no, è sempre la stessa, la stessa storia in cui noi siciliani siamo trattati come fanalino di coda di un Paese che ci considera un peso ma che in realtà è consapevole che senza di noi sarebbe un posto infelice e senza futuro.

regione sicilia

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