Cambiare l’approccio per contrastare gli atti vandalici e le scorrerie nel centro storico

Il sindaco di Ispica è andato verso il dialogo ed il confronto

Il problema degli atti vandalici riguarda molte città e non solo Modica.

Ad essere responsabili i giovani che annoiati e ubriachi prendono di mira i monumenti e le opere realizzate a volte proprio per loro, come le strutture sportive.

È ovvio che l’amministrazione debba intervenire e anche duramente per reprimere questi fenomeni ma forse bisognerebbe fare di più per comprendere cosa sta alla base di questi comportamenti.

Ed è per questo che ci piace segnalare l’iniziativa del sindaco di Ispica Innocenzo Leontini che proprio qualche giorno fa, in seguito ad atti simili avvenuti nella sua città, ha deciso di andare oltre, per comprendere che cosa spinge questi giovani a comportarsi in questo modo.

E per farlo ha indetto un’assemblea cittadina invitando le associazioni, i rappresenti del mondo scolastico e religioso ma anche e soprattutto i cittadini ad un confronto dichiarando di essere sicuro che “dialogo e confronto siano strumenti positivi per individuare, in sinergia, delle possibili strade da intraprendere per cercare di risolvere alla radice il problema” 

Perché giustamente ha dichiarato che “la repressione fine a se stessa non porta nessun cambiamento”.

Se ci pensiamo questo approccio è davvero innovativo e soprattutto crediamo anche molto utile. Perché i nostri ragazzi si comportano in questo modo? La società ha il dovere di interrogarsi sul malessere dei loro giovani cittadini e soprattutto ascoltarli. “Sono solo dei delinquenti” esclama qualcuno, c’è poco da capire”.

Noi pensiamo che non sia così, che alla base invece ci sia un malessere, un’incapacità di divertirsi, di vivere la vita reale e non virtuale.

Abbiamo il dovere anche come genitori di interrogarci su che esempio stiamo dando ai nostri figli che stanno crescendo in un mondo ostile, dove tutti siamo sempre contro tutti e non c’è rispetto per gli altri e tanto meno per le cose che sono solo oggetti di consumo che se si rompono vengono sostituiti e fa poca differenza se queste siano private o pubbliche. Credo quindi che le telecamere non debbano servire solo da deterrente ma ci diano l’opportunità di individuare i responsabili e avviare un percorso di riabilitazione che comprenda anche pulire e sistemare ciò che hanno distrutto, magari mettendoci di tasca loro la lauta paghetta che i genitori gli concedono.

Lo so che in molti state pensando che sia più facile a dirsi che a farsi e, ovviamente, da madre comprendo le difficoltà di essere genitore.

Tutti commettiamo degli errori ma quello più grande e girare la testa dall’altra parte e pensare che il problema non ci riguardi da vicino.  Credetemi non è così, e spesso, questi ragazzi sono figli di famiglie insospettabili.

Mi ricordo che mia madre quando accusavo un professore, o chiunque altro di avermi trattato male, mi chiedeva sempre “E tu che hai fatto?”

Oggi noi genitori difendiamo i nostri figli anche quando sono indifendibili, forse, un po’ per reazione a quel comportamento che avevamo subito e che, ci sembrava ingiusto, e che forse per certi versi e in certe occasioni lo era, ma si sa, trovare una via di mezzo è sempre molto complesso e la linea tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato è molto sottile. Bisogna insomma tentare una strada diversa per risolvere il problema alla radice e bisogna farlo tutto insieme perché ne va del futuro della nostra città ma non solo…

Mariacarmela Torchi

Innocenzo Leontini

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