Rifiuti, i sindaci : ” non nel giardino dietro casa mia”, ma senza una soluzione alternativa

Protestare senza avere una soluzione alternativa equivale a quel signore che per fare un dispetto alla moglie preferì rinunciare alla sua dote più preziosa.

Alla fine in tema di rifiuti, si torna sempre alla linea di partenza; ovvero alla sindrome patologica che gli anglosassoni hanno codificato nella sigla NIMBY, ovvero “not in my back yarde”, “non nel giardino dietro casa mia”.

Tutti pensiamo che la soluzione sia il termovalorizzatore, tutti la auspichiamo, cosi come tutti sappiamo che nelle more della realizzazione dell’impianto tecnologico è necessaria una nuova discarica temporanea. Altrimenti dovremo tenerci i rifiuti in casa, ipotesi non percorribile.

Fin qui tutti d’accordo; il problema nasce quando bisogna scegliere l’area dove fare sorgere l’impianto, ovvero dove allocare la discarica temporanea. E’ in quel momento che il sistema si avvita su sé stesso e non riesce più ad esprimere proposte coerenti.

Di solito a protestare per prime sono le associazioni ambientaliste, le stesse che chiudono spesso gli occhi davanti a scempi naturalistici molto più impattanti e deleteri, seguiti dalle opposizioni politiche alla maggioranza del momento, fino ad arrivare ai sindaci i quali, piuttosto che fare il proprio lavoro, ed onorare il proprio mandato, preferiscono accodarsi agli schiamazzi, e fare ciò che a qualsiasi uomo di buon senso apparirebbe ridicolo: protestare contro se stessi.

Perché in fondo i sindaci non sono comparse in questa vicenda, ma ne sono i protagonisti. Non scegliere, adottare atteggiamenti populisti, equivale ad accettare che le città siano sommerse dai rifiuti, che i cittadini vivano ina costante emergenza sanitaria, che a fronte di un servizio inesistente la tassazione lieviti.

Per questa ragione la protesta dei sindaci del comprensorio modicano è francamente ridicola, e vale per tutti, da Abbate ad Ammatuna, passando per Leontini.

Protestare senza avere una soluzione alternativa non solo equivale ad abdicare al proprio ruolo, condannando le proprie città alla sporcizia ed all’incuria, ma sembra quasi la plastica rappresentazione di un’antica, ma sempre  valida, immagine figurativa, e  fortemente evocativa, in uso tra i nostri avi; quella del signore che per fare un dispetto alla moglie preferì rinunciare alla sua dote più preziosa.

not in my back yarde, orovincia di Ragusa

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