Indice della criminalità, Ragusa scivola giù nella classifica del Sole 24 Ore
Il numero che preoccupa è uno: 77. È la posizione della provincia di Ragusa nell’Indice della criminalità 2025, la classifica del Sole 24 Ore che misura i delitti denunciati nel 2024 in rapporto alla popolazione. Non è un allarme rosso, ma neppure un “tutto bene”: è un segnale che merita di essere letto con attenzione.
Il quadro siciliano: Catania in alto, Enna tra le più sicure, Ragusa in fascia medio-bassa
Guardando la mappa regionale, la prima provincia siciliana che si incontra è Catania al 23° posto nazionale, seguita da Palermo al 24°. Siracusa è 27°, Trapani 63°, Caltanissetta 69°. Poi arriviamo a Ragusa al 77°, quindi Messina al 92°, Agrigento al 97° ed Enna al 103°, tra le aree più sicure d’Italia per incidenza di reati denunciati. Per Ragusa significa collocarsi nella parte bassa della classiifica, ma non in coda: un territorio che statisticamente subisce meno pressione criminale rispetto ai capoluogsi metropolitani, pur con criticità da non sottovalutare.
Dal 55° al 77° posto in un anno: cala la posizione di Ragusa
Facendo un confronto con l’anno precedente, la provincia di Ragusa risultava al 55° posto nella classifica dell’Indice della criminalità 2024 del Il Sole 24 Ore, valore riferito alle denunce del 2023. Nel passaggio al 2025, riferito alle denunce del 2024, Ragusa è scesa al 77° posto nella graduatoria nazionale. Questo peggioramento numerico indica che, anche se Ragusa potrebbe non trovarsi nelle posizioni più critiche, la tendenza è verso una maggiore incidenza relativa di reati denunciati rispetto alla popolazione residente. Va però considerato che le classifiche non mostrano da sole le variazioni delle singole tipologie di reato e che le dinamiche locali (turismo, stagionalità, densità abitativa) possono influenzare fortemente il dato.
L’indice è una somma di tutto: furti, rapine, truffe, danneggamenti, droga, violenze, incendi, fino ai reati più gravi. Per le province come la nostra, meno dense e con flussi turistici stagionali, i reati predatori “di strada” e le truffe possono incidere parecchio sulla statistica.
Dai numeri ai fatti: quando la cronaca locale fa la differenza
La fotografia statistica incontra la vita reale nelle strade e nelle piazze. Basti pensare all’episodio dell’accoltellamento in Corso Italia a Ragusa, con il presunto autore rintracciato e fermato poche ore dopo grazie al lavoro della Questura. Per non parlare del rapimento del ragazzino a Vittoria, episodio balzato su tutte le cronache nazionali. Fatti di cronaca che avevano scosso il terrotirio, ma che hanno mostrato anche una risposta investigativa rapida ed efficace.
Una posizione medio-bassa può far pensare a un territorio tutto sommato tranquillo. Ma il dato è costruito sulle denunce, quindi dipende anche da quanto i cittadini segnalano. In una provincia ampia e frammentata come la nostra, con centri storici in trasformazione e zone rurali molto estese, la prevenzione richiede continuità, risorse, coordinamento e partecipazione. Tradotto: non basta guardare la classifica una volta l’anno; serve monitorare i fenomeni che crescono in silenzio, dalle truffe digitali agli episodi di violenza in contesti affollati, fino alle piazze di spaccio che si spostano e si adattano.
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