Ragusa, l’Accademia della Scoliosi la sceglie per un progetto di prevenzione e trattamento
Dopo il convegno che si è tenuto nel fine settimana presso la sede dell’Ordine dei Medici e al Palazama, con il patrocinio dell’Ars, dell’Università di Catania, dell’Ordine provinciale dei Medici e del comune di Ragusa, l’Accademia Scoliosi, la prima scuola multidisciplinare in Italia, sceglie Ragusa per avviare un progetto per la prevenzione e il trattamento non chirurgico della scoliosi.
Nel corso delle due giornate è stato presentato ufficialmente il progetto che mette insieme tutti gli specialisti del settore (medici, terapisti, tecnici) per affrontare il tema complesso della scoliosi, che interessa soprattutto l’età infantile e adolescenziale.




Nel secondo giorno, sul parquet del Palazama è stato allestito un laboratorio per applicare dal vivo e mostrare a tutti la realizzazione del corsetto Chêneau, la creazione di un busto in gesso su letto di Risser (per i casi più gravi) e gli esercizi delMetodo Schroth.





Il team di “Accademia Scoliosi” ha inoltre lanciato un nuovo progetto: avviare una campagna di screening nelle scuole per individuare eventuali patologie e indirizzare le famiglie e i ragazzi verso controlli mirati. La scoliosi è una patologia evolutiva e la prevenzione diviene una lotta contro il tempo per evitare disastrosi effetti a distanza.

“Il progetto nasce per aiutare i ragazzi con la scoliosi – spiega Francesco Mac Donald – per avere l’apporto di diverse competenze che intervengono per alleviare le sofferenze di questi giovani pazienti. L’ortopedico da solo non può affrontare in maniera completa questa patologia. Cambia la filosofia di lavoro: un team di professionisti altamente specializzati che lavorano nella prospettiva della collaborazione. Ciascuno opera in continua sinergia all’interno del gruppo multidisciplinare il cui obiettivo primario è il benessere del paziente”.

Nel team di lavoro un ruolo di primo piano è quello delle cure fisioterapiche e chinesiologiche. “Il Metodo Schroth applica tecniche di respirazione specifiche, posizioni in correzione ed esercizi specifici derotativi – spiega Vera Lezza – Questo metodo, il più utilizzato e prescritto nel mondo e finora poco conosciuto ed applicato in Italia, affiancato alla realizzazione del corsetto Cheneau, rappresenta una marcia in più”.
“La scoliosi è una malattia idiopatica: non se ne conosce la causa e la cura – spiega Pietro Di Falco – Abbiamo messo insieme dei professionisti di diverse specialità per cercare di avere una gestione di questa patologia il più completa possibile. Il nostro cavallo di battaglia è il corsetto Cheneau originale, il primo corsetto che invece di contenere lavora sul ‘respiro’ e usa gli organi per equilibrare il più possibile l’organismo. Ma questo non basta. Dobbiamo capire quali sono gli altri recettori che influenzano la scoliosi: abbiamo studiato gli occhi, la bocca, il piede, la parte psicologica. Un dato importante è la prevenzione e quindi la diagnosi precoce: stiamo reclutando in tutta Italia dei professionisti per portare il nostro programma di screening in più città possibili. Molti, in varie regioni italiane, hanno già aderito”.
L’organizzazione scientifica del convegno e la logistica sono stati curati da Orthom Ragusa. Al convegno hanno portato il loro saluto il presidente provinciale dell’Ordine dei Medici, Roberto Zelante, il sindaco di Ragusa Giuseppe Cassì, il deputato regionale Giorgio Assenza e il senatore Salvatore Sallemi.
Il prossimo appuntamento di Accademia Scoliosi sarà a Palermo, dal 28 al 30 novembre, per il corso base su “Scoliosi, dalla diagnosi al trattamento”.
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