Il 2 aprile per l’Italia inizierà la via crucis dei dazi. Ma siamo sicuri che andrà tutto così?

L’era Trump e il tentativo di sovvertire lo stato di diritto e la democrazia. Il neo presidente Trump sta seguendo il copione ormai standard delle figure autoritarie e del tutto suscettibili.

Specialmente a livello internazionale, infatti, ha violato più di una volta le leggi comprese, quelle firmate da lui.
La sfida per noi europei è accettare la sfida e trasformare l’incertezza in occasione di futuro.
Trump ha un orizzonte a breve termine, i 4 anni della sua presidenza. A lui interessa massimizzare.
Trump dimentica che i dazi a lungo termine danneggiano chi li ha attuati.
Dal suo punto di vista conviene: petrolio, carbone, gas e terre rare che danno un risultato immediato.
Quindi niente escalation, occorre negoziare con uno a cui piace puntare in alto. Ma capace di fare improvvise marcie indietro.
A mio modesto avviso se i mercati sono aperti e senza dazi tra Paesi che hanno valori comuni, come Stati Uniti e Italia, abbiamo la necessità, come Europa, di essere molo responsabili.
A proposito di europei proprio in questi giorni il vice di Trump ci ha definiti “ parassiti “, concetto provocatorio avvalorato dal presidente americano.
Insomma dove si apre una luce anche fioca occorre seguirla.
A questo punto forse una metafora può servire meglio di molte parole a definire questo delicato momento.
E la metafora la prendiamo da un grande pensatore francese, da Diderot: < Un uomo in una foresta cammina con una piccola e fioca candela. Viene qualcuno e gli dice: “Se vuoi camminare meglio all’oscuro, in questa foresta, spegni la candela. Chi viene a dare questo suggerimento è il teologo, e la candela, la piccola candela è la ragione umana”.
Chi scrive crede fermamente a questa luce.
Ritorniamo ora con i piedi per terra e andiamo avanti.
Le sfide che dobbiamo affrontare si muovono molto più velocemente della nostra capacità di risolverle.
Disuguaglianze e ingiustizie ( come questi dazi del tutto immotivati ) corrodono la fiducia e nello stesso tempo alimentano estremismi e populismi.
E’ anche vero che le nostre istituzioni non riescono a tenere il passo perché, purtroppo, sono state progettate per una epoca passata. Invece, abbiamo urgente bisogno di una maggiore solidarietà globale, sia per l’oggi e ancora di più per le generazioni future.
Dazi, si, no, forse. Continua il “balletto “ di Trump: le tariffe in vigore dal 2 aprile potrebbero restringersi.
La Casa Bianca forse sta restringendo il suo approccio alle tariffe che entreranno in vigore il 2 aprile.
Probabilmente omettendo una serie di dazi specifici per settori come prodotti farmaceutici, automobili e tanti semilavorati.
L’amministrazione si sta ora, forse, concentrando sull’ applicazione di tariffe a circa il 15% dei Paesi con squilibri commerciali persistenti con gli USA, quello che gli americani chiamano un <dirty 15% >. Cioè Paesi sporchi.
Preciso che tra gli sporchi ci siamo anche noi, si proprio così, ci siamo anche noi, intesi non come Italia ma intesi come Unione europea.
Ricordo i dazi di Donald Trump colpiranno l’Europa il 2 aprile. Circa i danni che causeranno al nostro Paese, precisiamo che tra le regioni italiane saranno penalizzate di più le regioni del Sud.
Tra quelle più colpite ci sono – secondo uno studio della Cgia di Mestre – Sardegna, Molise e Sicilia.
Insomma dopo le tante” piroiette” di Trump occorre solo aspettare le sue mosse e poi prendere provvedimenti adeguati, senza farsi prendere dalla paura, dalla fretta o dall’uso della forza.
Ricordo che < La forza può avere ragione di noi individualmente, ma mantenere fede a noi stessi vuol dire trasmettere alle generazioni avvenire, con l’esempio che vale più della parola, quella che riteniamo la più luminosa del pensiero ereditato dalle generazioni passate, cioè quel che fa sì che l’uomo sia veramente uomo: la libertà>.
Chiudo questa disamina con un ricordo di Al Gore:
Il drammaturgo norvegese Henrik Ibsen scrisse < Uno di questi giorni le generazioni più giovani verranno a bussare alla mia porta>. Il futuro sta bussando alla nostra porta proprio ora. Non facciamo errori, la prossima generazione ci farà una di queste due domande. O chiederà < A che cosa stavate pensando? Perché non avete agito?>, oppure chiederà < Come hai trovato il coraggio morale di alzarti e risolvere con successo una crisi che così tanti avevano giudicato impossibile da risolvere? >.
Insomma, sentire parlare Tramp, mi viene da ridere con le lacrime agli occhi.
S.G.B
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