Modica, bollette pazze: l’Avv Cassarino spiega, passo passo ai cittadini, come difendersi

La questione “bollette pazze” è certamente ad oggi quella più dibattuta in città. I modicani sono stati presi d’assalto da richieste di pagamento soprattutto per quanto riguarda il canone idrico risalenti a parecchi anni fa.

A questo però si aggiunge il fatto che i solleciti dei pagamenti non stanno arrivando solo da parte di Iblea Acque ma dello stesso Comune come accaduto per la ormai famosa bolletta di 20 mila ricevuta da una signora modicana. 

In mezzo a tutta questa confusione abbiamo cercato di capire come i cittadini possono venirne a capo. Ne abbiamo parlato con l’avvocato Giorgio Cassarino che ci spiega come difendersi e perché ottenere un provvedimento di sgravio è fondamentale.

La prima domanda è quella che vorrebbero fare tutti i cittadini che si sono visti recapitare solleciti di fatture relative al canone idrici (acqua) con richieste di pagamento di consumi risalenti a diversi anni fa: ma è davvero obbligatorio pagare?

“Dal 1° gennaio 2020, secondo la Legge di Bilancio 2020, il termine di prescrizione delle bollette dell’acqua è stato ridotto a due anni. Questo significa che se il gestore idrico chiede il pagamento di importi relativi a consumi antecedenti a due anni, il cittadino può legittimamente rifiutarsi di pagare. Per gli anni antecedenti al 2020 la prescrizione era invece di cinque anni. 

La differenza, tra importi dovuti e importi non più dovuti perché prescritti, deriva dalla ricezione degli atti interruttivi, cioè di richieste inviate tramite raccomandata prima dei cinque o dei due anni”

Ma perché arrivano ancora queste richieste?

Da parte del Comune sono stati inviati solleciti di pagamento anche per bollette ormai prescritte. Un comportamento che, secondo l’avvocato Cassarino, sfrutta la disinformazione:

“Molte persone non conoscono la norma e, per paura delle conseguenze, pagano senza contestare. Qualche assistito mi ha segnalato che andando negli uffici per chiedere spiegazioni, gli impiegati dicono semplicemente di pagare perché si tratta di consumi oppure, nel caso di pagamenti già effettuati, di non tener conto dei solleciti.

In realtà sarebbe importante chiedere ed avere lo sgravio da parte dell’amministrazione per evitare che in futuro queste richieste possano di nuovo arrivare, magari da parte dei commissari che si insedieranno con la procedura di dissesto.

Discorso diverso vale per la tari. Per questo tributo, da un lato, sono stati inviati dei solleciti da parte del Comune per gli anni fino al 2018 e, dall’altro lato, degli avvisi di accertamento da parte della Creset per gli anni dal 2019 in avanti. Quanto richiesto dalla Creset non è affetto da prescrizione o decadenza e, quindi, salvo errori di altro genere, deve essere pagato

Per quanto riguarda invece i solleciti inviati dal Comune, in questo caso vale il discorso fatto per i canoni idrici. Se vi sono stati atti interruttivi occorre pagare perché in questo caso la prescrizione è di cinque anni, mentre se non si è mai ricevuto formalmente una raccomandata con richiesta di pagamento per queste annualità, sono senz’altro prescritte, e non più dovute. 

Anche in questo caso mi fanno sapere che coloro che si recano agli uffici della Creset vengono invitati a rateizzare anche le annualità prescritte e non dovute. Anche se la prescrizione è chiara, è fondamentale ottenere un provvedimento ufficiale di sgravio da parte dell’amministrazione o del gestore idrico. Semplicemente non pagare una bolletta prescritta non basta. Il debito potrebbe restare nei sistemi del gestore e risultare come insoluto, con il rischio di future azioni di recupero o problemi nella fornitura.

Per evitare questi inconvenienti, l’avvocato Cassarino consiglia di inviare una contestazione formale e chiedere un provvedimento di sgravio, che certifichi ufficialmente la cancellazione del debito:

“Un atto scritto dell’amministrazione che riconosce la prescrizione mette definitivamente fine alla richiesta di pagamento e impedisce future contestazioni o problemi con la fornitura.”

Cosa fare se si riceve una bolletta arretrata?

“Se arriva una richiesta di pagamento per vecchie bollette, la prima cosa da fare è controllare la data a cui si riferiscono gli importi richiesti. Se la bolletta si riferisce a consumi più vecchi di due anni, il cittadino ha diritto a rifiutare il pagamento. In questi casi, è consigliabile inviare una contestazione scritta al gestore tramite raccomandata A/R o PEC, facendo valere la prescrizione e richiedendo formalmente un provvedimento di sgravio.”

Se il gestore insiste con solleciti o minaccia il distacco, rivolgersi a un legale diventa essenziale?

“In caso di persistenza del gestore, un avvocato può intervenire per bloccare richieste illegittime e, se necessario, segnalare il comportamento alle autorità competenti.”

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