Omicidi insoluti negli Iblei: per due casi risolti per almeno altri due si brancola nel buio. Perché?

Il 2025 ha fatto luce su due dei casi di omicidi più efferati che hanno sconvolto negli ultimi anni la comunità iblea. Proprio all’esordio del nuovo anno, la notizia dell’arresto in Romania del presunto assassino di Giuseppe Barone, brutalmente ucciso nella sua casa di Ispica nel dicembre 2022.
A conclusione di un’articolata indagine, coordinata e diretta dalla Procura della Repubblica di Ragusa e condotta in stretta sinergia dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Ragusa, della Compagnia CC di Modica e della Stazione CC di Ispica, è stato notificato un Mandato di Arresto Europeo emesso nei confronti di un 35enne rumeno, indagato, in concorso con altri due connazionali, per i reati di “omicidio aggravato in concorso, rapina aggravata in concorso e uccisione di animali in concorso”. In quel caso si trattò dunque di una rapina andata male.
Ieri la sentenza d’appello che ha fatto, finalmente, luce sull’omicidio di Peppe Lucifora, il cuoco di Modica, assassinato nella sua abitazione il 10 novembre 2019. La Corte di Assise di Catania ha infatti condannato a 15 anni di reclusione l’ex carabiniere Davide Corallo, che in primo grado era stato assolto con formula piena.
Il corpo seminudo del cuoco 57enne fu trovato in una stanza chiusa a chiave. Una traccia mista di sangue di Lucifora e DNA di Corallo, rinvenuta nello scarico del lavandino del bagno, suscitò i sospetti nei confronti di quest’ultimo. In questo caso si sarebbe trattato di un delitto passionale e di una possibile relazione tra i due uomini.
Ma per due casi apparentemente risolti per almeno altri due si continua a brancolare nel buio.
Il caso più eclatante a Scicli dove resta, al momento, insoluto l’omicidio di Peppe Ottaviano, trovato senza vita il 12 maggio del 2024 nella sua casa di via Manenti. Il suo corpo riverso a terra vicino al letto con due ferite alla testa, il setto nasale fratturato, diversi traumi al torace.
All’interno della casa, tracce di sangue, tracce di rossetto, al vaglio degli inquirenti anche immagini di telecamere della zona, ma evidentemente manca qualche tassello per consentire agli inquirenti di chiudere il cerchio.
Proprio oggi al Tribunale di Ragusa, l’udienza preliminare per un altro omicidio che ha insanguinato il 2024: quello di Giovanni Russo, 22 anni, ucciso da Alex Ventura 29 anni. Giovanni Russo venne ucciso a Vittoria in via IV aprile da due proiettili di fucile, sparati, uno alla testa e uno al cuore, a distanza ravvicinata.
Era la sera del 27 febbraio del 2024. Secondo le prime ricostruzioni i due, che avevano dei vecchi dissapori, si sarebbero incontrati per caso davanti alla abitazione di Ventura. Ne sarebbe seguito un diverbio, al termine del quale Ventura, ha preso un fucile e ha sparato a Russo i due colpi fatali. Dopo qualche ora l’assassino si consegnò ai carabinieri di Vittoria.
E invece resta ancora avvolta nel mistero a Vittoria la morte di Valentino Di Bona, il 43 enne deceduto a Capodanno all’ospedale Guzzardi per cause tutte da chiarire.
L’uomo, sposato e padre di due bambini, malato di talassemia, sarebbe ricorso alle cure dei sanitari lamentando fortissimi dolori e solo poco prima del decesso però, avrebbe detto di essere stato vittima di un pestaggio.
Da qui gli esami diagnostici che avrebbero confermato milza e fegato compromessi, verosimilmente per violente percosse. La Procura ha iscritto nel registro degli indagati il cognato dell’uomo e alcuni sanitari dell’ospedale di Vittoria, come atto dovuto.
Cosa manca per la soluzione dei casi, è la domanda che si pone l’opinione pubblica ed è quello che i cittadini vorrebbero capire. Si tratta davvero di mancanza di indizi e di prove o dei ritardi e degli intoppi burocratici legati alla macchina della giustizia?
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