Pd di Modica sul dissesto: 10 anni di gestione allegra, clientelare, sprovveduta con spese folli
Nota dell’ex sindaco Antonelo Buscema chiamato in ballo dalla sindaca, come primo responsabile del dissesto, da cui è partito il disastro economico del Comune di Modica.
Confereza stampa del Pd di Modica, dopo la decisione della Giunta Monisteri di fare ricorso al dissesto per il Comune di Modica, vista l’entità dei debiti e la impossibilità di fare fronte alle richieste della Corte dei Conti.
Presenti, il segretario, ‘avv. Salvatore Poidomani, il vice segretario l’avv. Francesco Stornello e i due consiglieri comunali Ivana Castello e Giovanni Spadaro.
Nella saletta dell’albergo Torre del Sud, anche i giornalisti delle tv, delle testate online e della carta stampata, ma molti hanno preferito disertare l’incontro. L’incontro con la stampa è stato aperto da Salvatore Poidomani che ha ripercorso l’azione svolta dal suo partito di opposizione che da anni denuncia la situazione critica delle finanze comunali, additando come unico responsabile del fallimento l’ex sindaco Ignazio Abbate ed attuale deputato regionale della Dc di Totò Cuffaro.
“La dichiarazione di dissesto – ha detto Poidomani – non ci coglie di sorpresa, perché tale scelta ratifica una situazione finanziaria che il Pd denuncia da anni. Ma questo non è motivo di soddisfazione. Se l’amministrazione Abbate avesse dato ascolto alle nostre critiche e ai suggerimenti per ritornare sulla strada del risanamento, la città avrebbe evitato questo stigma, che costituisce un unicum nella storia amministrativa. Invece Abbate ha sempre negato l’esistenza dei debiti e sino al momento delle sue dimissioni ha dichiarato, mentendo, che i conti erano in ordine.
Lo stato di dissesto esisteva , ha sostenuto Poidomani , già prima dell’insediamento di questa amministrazione, che non ha potuto far altro che prenderne atto.
E poi ha aggiunto: “la prima cittadina, nel motivare le cause della disastrosa situazione finanziaria, ha dichiarato che esso affonda le radici in tantissimi anni. Parole studiate e calibrate per intorbidare le acque e annacquare e mitigare le responsabilità della amministrazione di cui lei ha fatto parte. Su questo punto si deve essere chiari e netti: le responsabilità del dissesto sono senza alcuna ombra di dubbio e interamente della gestione Abbate”. “Dieci anni di gestione allegra, clientelare, sprovveduta. Soprattutto gli anni 2021/22 con spese folli, come evidenziato dalla Corte dei Conti, finalizzate al consenso in vista dell’impegno elettorale regionale. Ricordiamoci – ha detto Poidomani – che la giunta Buscema fece arrivare alle casse del Comune circa 64 milioni di euro per pagare i creditori, somme che in buona parte, circa 15 milioni, sono stati restituiti, perché non è nemmeno riuscito a spenderli interamente pagando tutti i creditori”.
Il sospetto di Poidomani è che tante cose si potevano fare prima, ma ha detto Poidomani “Il tempo si è perso per compiacere il suo predecessore on.le Abbate e per tentare di salvarlo dalle chiare responsabilità politiche, contabili e penali. Sì, perchè ci sono ed emergeranno anche le responsabilità penali”.
“La sindaca si è dimenticata di coloro che subiranno i primi contraccolpi del dissesto: i creditori dell’Ente. Imprenditori, cittadini e lavoratori che da anni aspettano di ricevere quanto loro dovuto e che ora dovranno attendere prima di sapere quando e quanto riceveranno. Un danno che inevitabilmente si ripercuoterà sull’economia della città e su tutto il tessuto sociale ed economico.
Incisiva, in tutti questi anni è stata l’azione di Giovanni Spadaro e della consigliera Ivana Castello che sempre si è battuta per la verità dei numeri, anche in occasione dell’ultima campagna elettorale dove era candidata a sindaco in contrapposizione all’attuale primo cittadino Maria Monisteri.
A distanza di poco più di un anno e mezzo, la Castello ha visto riconoscere la validità delle sue denuncie, solo che, oramai, è troppo tardi per porre rimedio.
Poidomani ha ribadito la preoccupazione del partito per le conseguenze della dichiarazione di dissesto per la città, per gli abitanti e per il tessuto economico.
Dal canto suo, Francesco Stornello ( foto sopra), ha illustrato, i momenti salienti del dopo dissesto. Saranno nominati degli amministatori staordinari che dovranno gestire, il passato, il presente ed il futuro. Per il passato i creditori verranno invitati ad accettare pagamenti al 50% dei crediti vantati a saldo e stralcio, mentre tutte le azioni legali verranno stoppate. Il Comune, avrà, poi a disposizione, somme pari, ogni mese, ad un 12esimo dell’ultimo bilancio. E tutto questo fino a quando non sarà chiaro il piano di risanamento.
Ma anche i cittadini perderanno molto. È bensì vero che le aliquote delle imposte e delle tasse sono ai massimi, ma ciò significa che lo resteranno per tanti anni ancora, quando invece una politica finanziaria più accorta le avrebbe potuto ribassare.
Si perderanno servizi, le manutenzioni, e soprattutto non si potranno fare politiche di sviluppo.
Per le dichiarazioni rilasciate dalla sindaca Maria Monisteri che sono state criticate, nel corso della conferenza stampa, sia da Poidomani, Castello e Spadaro, interviene anche l’ex sindaco di Modica Antonello Buscema, tirato in ballo, per la gestione del suo piano di rientro, come a voler sostenere che l’attuale dissesto, è partito da lontano.
Scrive, nella sua nota Buscema, “Non si può equiparare chi ha fatto arrivare alle casse del Comune circa 64 milioni di euro per pagare i creditori e chi non è nemmeno riuscito a spenderli interamente questi fondi, fino al punto di vedersi costrettoa restituirli in parte alla Cassa Depositi e Prestiti, mentre nuovi debiti, maggiori dei precedenti, si andavano consolidando”.
E ancora: “Non si può affermare che ha agito con la stessa cura chi come me e la mia amministrazione, dal 1°gennaio 2013, il giorno dopo la sua approvazione, cominciò ad attuare il piano di riequilibrio con grandi sacrifici, e chi, appena eletto,decise di farne un altro,approvato dopo anni e quindi inapplicabile ed inefficace nei fatti. Anche perché quotidianamente contraddetto dall’allegra politica finanziaria praticata al contempo…”
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