Il Consorzio di Bonifica di Ragusa, senza risorse. La Regione preferisce farlo morire di stenti

In questo ultimo giorno dell’anno la Cgil e Flai Cgil di Ragusa tornano ad accendere i riflettori sul Consorzio di bonifica di Ragusa.

Riflettori che in realtà non sono mai stati spenti in questi anni in cui le organizzazioni sindacali hanno posto all’attenzione del Governo regionale che il devastante debito (oltre 5 milioni di Euro), accumulato nei confronti dell’Enel, avrebbe, prima o poi, portato al blocco dei trasferimenti regionali all’ente consortile e alla sua impossibilita di potersi organizzare, di poter garantire i servizi idrici e di corrispondere regolarmente le mensilità ai dipendenti. 

“Ciò è avvenuto, purtroppo-denunciano Salvatore Terranova e Giuseppe Roccuzzo rispettivamente Segretario Generale Flai Cgil  Rg e Segretario Generale Cgil Rg- La spada di Damocle incarnata da un decreto ingiuntivo, pervenuto in questi giorni all’Assessorato Regionale all’Agricoltura, che ha pignorato per 3 milioni e centomila euro le poste economiche appostate, per il Consorzio di bonifica di Ragusa, nel bilancio corrente della Regione siciliana e che pignorerà anche parte dello stanziamento previsto nell’approvanda finanziaria 2025, porterà ai fruitori dei servizi consortili la sgraditissima e pesantissima consapevolezza del rischio di una deficitaria ed insufficiente distribuzione delle risorse idriche, che potrebbe aggravare ulteriormente i già sperimentati nefasti effetti della siccità e ai dipendenti la certezza di non poter percepire i loro salari nei prossimi mesi.

A questo punto-proseguono- è plausibile prevedere che sarà oggetto di aggressione da parte dei creditori gran parte del contributo semestrale (Gennaio-Giugno 2025) che nel prossimo anno l’Assessorato competente dovrebbe trasferire al Consorzio: si tratta di risorse con cui ordinariamente vengono pagate le retribuzioni dei lavoratori, sia quelle dei dipendenti di ruolo che quelle dei dipendenti stagionali e vengono garantiti una serie di servizi idrici sia alla collettività che alle imprese agricole. 

Che tale rischio fosse altamente probabile e che si potesse comunque concretizzare a breve ne erano a conoscenza tutti, l’Assessorato competente, il Governo regionale e la sua maggioranza, eppure quest’ultimi non hanno ritenuto necessario creare le condizioni per evitare e non subire l’aggressione delle risorse. 

Per superare questo prevedibilissimo, pesantissimo ed, sicuramente, esteso momento di sofferenza finanziaria, la Cgil e Flai si sono fatti promotori di una istanza, rivolta al Governo regionale, alle sue forze di maggioranza e anche all’opposizione, di inserire nella finanziaria 2025 un contributo straordinario di 5 milioni di euro (tanto è il debito con l’Enel) per il consorzio di Ragusa, alla stregua di quanto previsto, tra l’altro, per altri consorzi di altre province, al fine di scongiurare un lungo periodo di difficoltà gestionale, che si sommeranno ad altre antiche mai risolte ed un ulteriore degrado dell’ente, che da strumento di promozione e di sostegno della nostra agricoltura, è stato ridotto, in questi anni, ad arnese spesso inservibile. 

Nell’approvanda finanziaria 2025, il contributo straordinario è stato previsto per altri consorzi e ne è stato escluso solo quello di Ragusa, le cui criticità finanziare e gestionali – va detto – sono forse più profonde e gravi, come tutti sanno e di cui hanno conoscenza, rispetto a quelle di altri enti consortili siciliani.

La cieca scelta della maggioranza di governo di escludere da questo beneficio il consorzio di Ragusa è l’incontrovertibile segnale, ormai chiaro e non smentibile, di una scarsa attenzione per il nostro territorio ed è la prova provata di come spesso questo lembo di Sicilia, nel quale insiste, tra le altre, un’attività produttiva predominante quale appunto è il comparto agricolo, vera ricchezza territoriale e siciliana, venga appena appena preso in considerazione dai decisori politici, al punto da far pensare che questo territorio lo si voglia portare indietro, farlo retrocedere rispetto alle grandi potenzialità economiche ed imprenditoriali che esso può esprimere e sviluppare.

Il nostro è un territorio che è stato depredato – nel corso dell’ultimo decennio – di tanti punti di forza che ne avevano consentito e agevolato la crescita sociale ed economica. Il persistere di questo irresponsabile comportamento dei decisori politici dà, ancora una volta, il segno che  la bonifica di Ragusa subirà  l’inesorabile marginalizzazione del suo importantissimo ruolo pubblico di sostegno alla nostra imprenditoria agricola, al controllo idro-geologico, al mondo del lavoro.

La Cgil e la Flai di Ragusa, sin dopo le feste, coinvolgeranno, con apposita nota, il Prefetto di Ragusa, per informarLo della gravissima crisi indotta della bonifica ragusana e delle negative conseguenze che essa riverbererà sul nostro territorio.

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