Pozzallo: il ricordo di Meno Assenza a 100 anni dalla sua nascita

Fotografo apripista del “reportage fotografico”, questa la definizione con cui, la studiosa Grazia Dormiente, ama ricordare l’illustre pozzallese Meno Assenza. Artista e politico che con le sue immagini e le sue parole, pur nella sua breve vita,ha lasciato un segno indelebile in tutti quelli che lo hanno conosciuto. 

Ed è proprio sull’importanza della tutela della memoria che è stato incentrato il ricordo di Meno Assenza nel centesimo anniversario della sua nascita nella sala che, nel 2008 il Comune gli ha intitolato: “Lo Spazio Meno Assenza”.

Nato a Pozzallo il 27 aprile del 1923 Meno Assenzo è morto a soli 36 anni. Ma la sua vita seppure breve fu vissuta intensamente e dedicata alla fotografia, che gli fu insegnata dal padre Antonino, molto conosciuto in città, e con cui collaborò, ma anche alla politica.

Fu lui insieme ad altri giovani del tempo, a fondare il circolo culturale di sinistra “A Barracca” e il famoso giornale parlato Arà, Autonomia, Rinascita, Amministrazione, trasmesso di pomeriggio in piazza, in occasione delle elezioni amministrative del 1956 e delle Politiche del 1958. 

Tutte queste cose, e molte altre, sono state raccontate durante l’evento che di mattina ha visto l’incontro con gli studenti delle scuole medie e superiori di Pozzallo e nel pomeriggio con la città.

Dopo l’intervento del Sindaco Roberto Ammatuna si sono succeduti i contributi di Grazia Dormiente e di Nicola Colombo. A seguire le testimonianze dell’On. Natalino Amodeo, dell’architetto Franco Caruso e dell’On. Attilio Sigona. 

La professoressa Dormiente ha voluto rimarcare l’importanza dell’incontro con i giovani “affinché possano conoscere le vocazioni foriere di indimenticati autori immersi nei loro luoghi natali di cui permangono autorevoli estensori, come si può dedurre dalla mostra fotografica realizzata da Ninì e Massimo Assenza” Ninì e Massimo, sono due dei tre figli di Meno Assenza che ebbe due maschi e una femmina, dal matrimonio con Clara Grispo, arrivata in Italia da Tunisi nel dopoguerra con la famiglia. 

Oggi Ninì e Massimo, che ha partecipato all’evento, sono due fotografi affermati come il padre ed il nonno e questo, come ci ha raccontato la professoressa Dormiente, solo grazie alla madre che ha voluto essere il ponte di collegamento tra il passato e il futuro, alla morte del marito, infatti, chiese al suocero don Ninì di insegnarle l’arte della fotografia affinché potesse a sua volta lasciarla in eredità ai figli. E così fu.

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