Dieci eletti siciliani nella Direzione nazionale del Partito Democratico, nell’ambito dell’Assemblea nazionale che si è svolta nei giorni scorsi a Roma.

Fra i nomi oltre al segretario regionale Barbagallo (membro di diritto) eletti anche: Marika Cirone Di Marco, Peppe Provenzano, Valentina Chinnici, Sergio Lima, Teresa Piccione, Antonio Rubino, Giovanna Iacono, Peppe Di Cristina, Stefania Marino e Erasmo Palazzotto.

Quindi nessun ragusano fra gli eletti ma se tutti sembrano colpiti da questa esclusione, il deputato regionale ragusano Nello Di Pasquale non lo è affatto e afferma: “Non eravamo nemmeno in corsa”

Di Pasquale sottolinea infatti che ogni nome che è stato eletto fa riferimento ad una componente nazionale: la Di Marco componente Franceschini, Provenzano componente Orlando come Iacono, la Chinnici componente Cuperlo, Lima componente Schlein, così come la Marino ed Erasmo Palazzotto, la Piccione componente Fassino, Rubino componente Orfini, Peppe Di Cristina componente De Micheli.

 “Non mi sono mai riconosciuto in nessuna componente del partito, spiega l’on Di Pasquale, non sono interessato ad entrare nella logica delle componenti ma ho sempre fatto riferimento alla segreteria, quindi non doveva esserci un ragusano, nessuno se l’aspettava a differenza di qualcuno che parla di esclusione. Bisogna conoscere le cose prima di fare delle affermazioni che non sono corrette e poi diciamocelo chiaramente ad oggi fare parte della direzione nazionale non ha nemmeno portato tanto bene basta fare alcuni nomi come quello della Padua o di Lupo che dopo aver fatto parte della direzione nazionale non sono stati rieletti. Preferisco quindi continuare in questa direzione e naturalmente auguro buon lavoro a coloro che sono stati eletti”.

Parole chiare che non lasciano alcun dubbio anche se pare che il segretario cittadino Peppe Calabrese non la pensi esattamente in questo modo e sostiene a denti stretti che “Essere stati esclusi non è una bella cosa per il Partito democratico di Ragusa” facendo intuire che forse su questo punto non condivide la scelta del suo deputato di riferimento, ma in fondo essere all’interno dello stesso partito non vuol dire necessariamente vederla allo stesso modo.