I dubbi di Paolo Monaca sulla nascita della Iblea Acque Spa e la futura gestione del servizio idrico integrato

Il consigliere comunale del Movimento politico “CambiamoDavveroIspica” Paolo Monaca in un comunicato dai toni piuttosto duri denuncia quello che sta accadendo all’ATI idrico di Ragusa dove scrive “alla competenza e alla trasparenza – caratteristiche di una istituzione efficiente e trasparente – si è sostituita la furbizia e il sotterfugio tipici di una mentalità da regnanti e non di amministratori pubblici

Ma cosa sta accadendo?

All’insaputa di tutti noi cittadini-contribuenti, scrive il consigliere Monaca, in quello che potrebbe essere il più rilevante appalto a livello provinciale di un servizio pubblico essenziale, come quello idrico integrato, che riguarderà l’approvvigionamento e la distribuzione dell’acqua, il servizio di fognatura e di depurazione delle acque reflue dell’intera provincia di Ragusa.

A tal proposito, il TAR di Catania, infatti, dovrà presto esprimersi sulla legittimità della procedura adottata dai dodici comuni iblei per la costituzione della Iblea Acque S.p.A., la società che dovrebbe gestire l’appalto del servizio idrico integrato dell’intera provincia di Ragusa.

Il consigliere Monaca già lo scorso maggio, in consiglio comunale, ad Ispica, aveva sollevato dubbi sulla costituenda società, invitando gli amministratori a meglio approfondire l’argomento.

Sarà il TAR a emettere la sentenza, certo, ma qualche perplessità è lecito averla, così, incalza Monaca.

Viste le innumerevoli incongruenze una domanda è d’obbligo: siamo davvero sicuri che per noi cittadini la scelta dell’affidamento “in house” per la gestione di un servizio pubblico come quello della distribuzione dell’acqua, fognatura e depurazione sia davvero conveniente? Lo scopriremo dopo, adesso ci interessa comunque sottolineare alcune anomalie riscontrate e come si è perso di vista l’obiettivo principale ovvero che l’acqua è un bene pubblico e non una merce di scambio.”

Ma, come dice il consigliere del Movimento politico “CambiamoDavveroIspica” veniamo ai fatti

L’ATI (Assemble Territoriale Idrica – www.atiragusa.it) di Ragusa ad agosto del 2021, dopo aver avviato un Avviso Esplorativo rivolto ad operatori del settore idrico integrato al fine di “verificare l’effettiva convenienza della scelta dell’affidamento “in house”, riceve entro il termine del 15 ottobre 2021 cinque manifestazioni d’interesse da parte di primari operatori del settore, e precisamente A2A S.p.A., IRETI S.p.A., SOTECO S.p.A., DAM S.L. e ATP Srl..

Dopodiché, tutto tace per circa 6 mesi. Ed esattamente con verbale n.2 del 08.04.2022, l’Assemblea ATI di Ragusa formalmente approva la bozza di Statuto per la costituenda Società Iblea Acque S.p.A. e soprattutto decide per l’affidamento in house della gestione del sistema integrato nell’ATO 4 Ragusa.

A questo punto il consigliere Monaca si pone un interrogativo.

Com’è stato possibile che in questa sede i rappresentanti di ben 12 comuni, prima di esprimersi favorevolmente, non abbiano verificato se tutti gli adempimenti erano correttamente motivati e riscontrati? E per quale ragione nessun amministratore non ha sentito l’esigenza di promuovere un momento di confronto, esplicitando e confrontando gli eventuali vantaggi per i cittadini-contribuenti in termini di efficienza, di economicità, di investimenti e di servizi connessi?”

Poi Monaca precisa nella sua nota: “già dal mese di maggio 2022  mi era ampiamente chiaro che c’era qualcosa di bizzarro in tutta questa articolata e contorta vicenda, allorché decido di presentare formale accesso agli atti il 16 maggio 2022 tramite pec, inviata all’ATI Idrico di Ragusa, chiedendo copia della famosa Relazione ex art 34, che avrebbe dovuto attestare i benefici per la collettività dal ricorso all'”in house providing”, con riferimento ad efficienza, economicità, qualità del servizio ed ottimale utilizzo di risorse pubbliche.

Sapete cosa accade? riferisce ancora Monaca.

Nonostante siano trascorsi oltre 30 giorni e non avendo ricevuto alcuna risposta, il 25 Giugno 2022 invio un sollecito per l’istanza di accesso agli atti invitando al rilascio della documentazione richiesta. Sbagliare è umano, direte voi. Niente affatto. L’ATI Idrico di Ragusa il 27 Ottobre 2022, dopo esattamente 164 giorni, si degna di rispondermi ma senza trasmettere quanto richiesto, piuttosto ricevo la famosa Relazione ex art. 34 ma modificata e soprattutto con una variazione del piano economico-finanziario. Ovviamente ho nuovamente inviato richiesta pretendendo di ricevere, in questa circostanza è il caso di dirlo, la copia conforme all’originale!

Nella nota il consigliere ispicese sottolinea come ci siano ancora alcuni aspetti poco chiari: “E’ possibile, si chiede Monaca, immaginare che L’ATI Idrico di Ragusa, pur di giustificare alcune determinate scelte, abbia potuto approvare un documento redatto quale “bozza” , in cui alcune parti del testo sono state lasciate palesemente “in bianco”, senza che siano state approfondite eventuali criticità della scelta di una gestione in house?

Come mai appaiono del tutto assenti i fondamentali elementi prescritti dall’art. 192 del D.lgs. 50/2016, e in particolare le ragioni del mancato ricorso al mercato e i benefici per la collettività dal ricorso all’in house providing, con riferimento a efficienza, economicità, qualità del servizio ed ottimale utilizzo di risorse pubbliche? Ma soprattutto da cittadino mi chiedo, nel piano economico-finanziario sono stati determinati gli aumenti dei costi energetici? Che ripercussioni ci potrebbero essere per gli utenti? C’è il rischio che pagheremo una tariffa molto più alta rispetto a quanto previsto? Se si è edotti della gestione in house, come mai i vertici dell’ATI Idrico di Ragusa già dichiarano “della possibilità di affidare il sistema di lettura, tariffazione e riscossione ad una società esterna”? Infine, Paolo Monaco, nella sua nota chiede di conoscere l‘attendibilità della notizia della presunta irregolarità della nomina dell’Ing. Franco Poidomani choiede di conoscerequale amministratore unico della società Iblea Acque S.p.A. da parte del Dipartimento Regionale delle Autonomie Locali”.

La speranza e l’augurio è quella di avere le risposte agli interrogativi di Paolo Monaca in tempi ragionevoli, senza aspettare 164 giorni.

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