Modica: la Corte di Assise di appello di Catania riapre il processo per l’omicidio di Peppe Lucifora
La corte di Assise di appello di Catania, presidente Elisabetta Messina, ha riaperto l’istruttoria del processo per l’omicidio del cuoco modicano Peppe Lucifora. L’unico indagato, Davide Corallo, all’epoca dei fatti 41enne e carabiniere, lo ricordiamo era stato assolto a marzo scorso con formula piena dopo avere trascorso due anni in carcere ed era stato immediatamente rimesso in libertà.
La pubblica accusa aveva chiesto per lui la condanna a 16 anni di carcere.
L’omicidio, che scosse la comunità modicana dove l’uomo era molto conosciuto, si consumò il 10 novembre 2019 nella casa di Lucifora, nel quartiere Dente, dove il corpo dell’uomo venne rinvenuto all’interno di una stanza chiusa a chiave.
Lucifora, stando alle risultanze della autopsia, eseguita dai medici Giuseppe Iuvara e Pietro Zuccarello, evidenziò che l’uomo venne tramortito da uno o più colpi al volto, e morì soffocato per strangolamento.
All’ assoluzione si era appellata sia la Procura di Ragusa, sia la parte civile, i famigliari di Lucifora difesi dall’avvocato Ignazio Galfo.
L’ordinanza emessa oggi dalla Corte d’Assise d’Appello, dispone che siano risentiti tutti i periti e consulenti ascoltati in primo grado, oltre al medico legale Giuseppe Iuvara che effettuò l’autopsia e 12 testi che non vennero mai sentiti in primo grado.
Contestualmente è stato nominato un nuovo perito d’ufficio, il maggiore Cesare Rapone dei Ris di Roma, che giurerà nell’udienza del 5 dicembre, per cercare nuove tracce biologiche presso l’abitazione di Lucifora.
Proprio il Dna di Corallo misto a quello di Lucifora, che venne trovato dal Ris di Messina in un lavandino è una delle prove controverse che per l’accusa collocherebbe la presenza di Corallo in quella casa in orario compatibile alla morte di Lucifora, e che per la difesa di Corallo non avrebbe riscontri scientifici nella definizione di un arco temporale.
In primo grado i due difensori avevano coinvolto come consulenti di parte il medico legale Maurizio Saliva e il biologo ed ex comandante del Ris di Parma, generale in congedo Luciano Garofano.
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