Coppia ragusana gira il mondo con due bambini in 60 giorni. Esperienza indimenticabile e una vacanza da favola

Il giro del mondo in 60 giorni con due bambini. Marocco, India, Vietnam, Hawaii, Sydney, San Francisco e infine Perù, ultima tappa dopo ben 16 voli.

E’ l’incredibile vacanza di Iolanda Lucifora di Chiaramonte Gulfi e Fabrizio Troia di Siracusa che insieme ai loro due figli, Leonardo e Tommaso di cinque e tre anni, hanno vissuto un viaggio straordinario toccando i cinque continenti. Dieci giorni per ogni paese.

La famiglia travel blogger già nota e seguita sui social e sul canale Instagram Fabrioltrips ormai da qualche anno dimostra caparbiamente che è possibile viaggiare con i bambini senza fare rinunce.

Dal 20giugno al 20 agosto hanno raccontato le loro esperienze in viaggio, descrivendo i posti più belli del nostro pianeta, postando sui social foto da cartolina con panorami mozzafiato. Emozionanti scatti li ritraggono sorridenti davanti ad alcune delle sette meraviglie del mondocome Machu Picchu e ilTaj Mahal.

“Da quando ci siamo conosciuti con Fabrizio – spiega Iolanda – custodivamo questo sogno. Sembrava una cosa impensabile da realizzare, ma ci eravamo ripromessi di farlo prima che i bambini cominciassero la scuola.

Chi ci conosce sa che non rimandiamo nulla, viviamo al massimo quello che ci offre il presente.”

Fabrizio e Iolanda non hanno solo il merito di essere riusciti a compiere questa impresa con i loro piccoli. Attenti organizzatori, autonomamente hanno prenotato voli aerei, strutture ricettive, assicurazione di viaggio per coprire ogni genere di imprevisto, pianificando tutto con grande scrupolo già dal mese di gennaio.

“Abbiamo dedicato anche del tempo allo studio dei paesi da visitare attingendo informazioni preziose su Lonely planet.  Non è stato facile – precisa Fabrizio – vincere la fragilità emotiva di organizzare un viaggio con equilibri mondiali incerti tra lo scoppio della guerra in Ucraina e la pandemia in corso con alcuni paesi a gennaio ancora chiusi.”

Insieme hanno preparato i loro figli alla partenza con cartoni a tema e informazioni destinate ad accendere in loro l’entusiasmo di vivere per due mesi lontani da casa.

Fondamentale per la buona riuscita del viaggio anche l’aver fissato un budget massimo di spesache si aggira intorno ai15 mila euro. “Viaggiare come facciamo noi ormai da anni, cioè inteso come uno stile di vita nei weekend e nei momenti liberi dal lavoro, comporta certamente anche dei sacrifici – spiega la giovane coppia iblea –  Per noi vivere queste magiche avventure alla scoperta del mondo è una scelta prioritaria che fa passare in secondo piano altre, come l’acquisto di una auto nuova, cene stellate o abbigliamento costoso.  Abbiamo imparato a mettere in atto diverse rinunce e i nostri stessi figli già da piccoli sono abituati a farlo pur di vivere l’esperienza di viaggiare e conoscere nuove culture”.  

Genitori attenti ai loro bimbi, Iolanda e Fabrizio durante il viaggio hanno sempre consumato acqua in bottiglia, cucinato la pasta nel fornellino da campeggio per evitare il consumo di cibi troppo speziati e pianificato soste per permettere loro di affrontare gradualmente il cambiamento di fuso orario, di clima, di altitudine.

Sempre uniti e determinati a continuare il loro viaggio verso mete da sogno, non si sono persi d’animoanche di fronte agli imprevisti, come la disavventurain Marocco del piccolo Leonardo soccorso dai sanitari del posto a seguito di una caduta che ha messo sul banco di prova la resilienza di tutta la famiglia. Tanti i dettagli da raccontare per ogni tappa del mirabolante viaggio.

“Tra le cose più particolari fatte nel nostro giro del mondo– dicono – c’è il passare dal freddo di Sydney al caldo delle Hawaii in un attimo. Volando dall’Oceania all’America, abbiamo attraversato la linea del cambiamento di data e abbiamo vissuto due volte lo stesso giorno. Indimenticabile, poi, scoprire l’incanto del Perù, lasciarsi catturare dalla bellezza del Vietnam, meta tra l’altro molto economica, amare la spiritualità indiana nonostante fiorisca inun territorio complesso dalla cruda realtà.”

Una miriade di esperienze continua ancora a pulsare tra i ricordi vissuti, tanto che Iolanda si è già messa in opera per scrivere nei prossimi mesi un ebook-guida che racconti la loro esperienzae che tornerà indubbiamente utile anche ad altri viaggiatori. “Ricevo tantissime richieste per organizzare viaggi di gruppo per famiglie –spiega Iolanda – e presto mi dedicherò anche a questo sogno.”

Certamente l’idea del giro del mondo ha da sempre affascinato l’uomo fin dai secoli più lontani, dalle civiltà dell’età antica a Cristoforo Colombo,dal mitico Mister Fog ai viaggi compiuti per ragion di Stato della compianta regina inglese Elisabetta II equivalenti a 42 volte il giro del mondo. Navigando nel web ci si imbatte in tante storie incredibili. Nellie Bly, temeraria giornalista, nel 1890 salpò dal porto di New York per vincere la sfida che avrebbe girato il mondo ancor meno dei leggendari 80 giorni del romanzo di Jules Verne. Viaggiando via mare, via treno e anche a dorso di mulo, si impose un ritmo faticosissimo e alla fine, 72 giorni, 6 ore e 11 minuti dopo la partenza, Nellie tornò a New York e festeggiò il record raggiunto.

Una famiglia argentina ha viaggiato 22 anni e per 102 Paesi su un’auto del 1928. Doveva essere una gita. Sono partiti nel 2000 e hanno percorso 362mila chilometri girando per cinque continenti. Durante il cammino hanno avuto quattro figli, nati in giro per il mondo.

Comincia invece nel 2017 il giro del mondo baby-friendly dei LikeMiljian, coppia di trentenni  italo-francese che ha scelto di lasciare tutto per girare il mondo con i loro due bambini Teo e Lia, sotto i cinque anni. Un’avventura che li ha portati a spasso tra Giappone, Vietnam, Stati Uniti, Nepal e Singapore, raccontata sul loro profilo Instagram.

Anche una famiglia canadese a marzo di quest’anno ha annunciato il giro del mondo per un anno intero prima che i figli perdano la vista al fine di riempirli di ricordi visivi.

Il viaggio della nostra giovane e dinamica famiglia siciliana on the road è durato solo due mesi, durante i quali però chi ha raccolto i frutti di crescita evolutiva di una esperienza così straordinaria sono stati certamente i bambini. Leonardo e Tommaso hanno fatto diversi viaggi fin da quando erano nel grembo materno, a contatto con altri popoli hanno visto con i lori occhi la povertà, sanno quanto sia importante avere la capacità di comunicare con altri bimbi, anche quando non conosci la loro lingua.

“Il piccolo Tommaso al ritorno – racconta Iolanda – ha avuto molti progressi nel linguaggio, nelle capacità di memorizzazione e Leonardo dopo aver imparato paroline di presentazione, saluti e ringraziamenti in lingue straniere, mi ha chiesto che vuole imparare a parlare inglese, così può capire quel gruppo di ragazzini che giocavano a calcio con lui in Australia.”

I bambini non ricorderanno niente ? “Magari chi ci ha detto questa frase ha ragione, – spiega Fabrizio sulla sua pagina Facebook – nonostante le foto che vedranno appese in casa, il diario di viaggio che abbiamo scritto e nonostante parleremo di questa avventura per sempre, probabilmente non ricorderanno nulla del nostro giro del mondo. Ma quello che gli rimarrà saranno le emozioni provate o le cose che hanno imparato, vivendo questa avventura. Sanno che mentre noi ci stiamo svegliando, dall’altra parte del mondo la gente sta andando a letto, sta pranzando o sta cenando. Hanno capito che le temperature cambiano, che in India abbiamo acceso il condizionatore ma poi arrivati in Australia abbiamo messo il cappello ed il giubbotto e la cosa é stata estremamente entusiasmante! Hanno capito di essere dei bambini fortunati, perché hanno una casa e dei giochi, ci sono bambini, che abbiamo conosciuto, che invece non hanno queste cose ma nonostante tutto sono felici. Hanno visto che ci sono persone che hanno un’altra religione dalla loro, che non vanno in chiesa ma vanno nei templi e che per entrare é necessario togliere le scarpe, hanno conosciuto anche una religione dove le donne indossano “una specie di cappuccio” che ho spiegato che si chiama velo. Hanno fatto amicizia con bambini indiani, marocchini, vietnamiti, australiani e peruviani. Con alcuni hanno solo giocato, con altri gli rimane una foto ricordo e con qualcuno ci siamo scambiati i contatti. Leonardo ha assaggiato di tutto, in India il cibo era troppo piccante, in Vietnam i noodles erano buonissimi, così come in Marocco, il cous cous é qualcosa di squisito, ci sono posti come in Perú dove mangiano gli alpaca e i porcellini d’India. E potrei continuare…  nostri bambini hanno vissuto due mesi di grandissime esperienze che li hanno fatti crescere e che li segneranno per sempre.Viaggiare – conclude Fabrizio – apre la mente e il cuore, agli adulti e soprattutto ai bambini.”

Cettina Divita

Fabrioltrips, Fabrizio Troia, Iolanda Lucifora, Istagram

Commenti (1)

  • Bellissima esperienza! Anche io e la mia famiglia siamo reduci di un viaggio meraviglioso, europeo, in camper, con 2 bambini di 5 e 7 anni e una mamma in smart working 🙂
    Abbiamo percorso 9.000 km e attraversato diversi paesi, dalla Spagna alla Danimarca, per vivere un’esperienza indimenticabile con un camper che è diventato la nostra casa per oltre 2 mesi.
    È bello sapere che sempre più persone stanno riscoprendo il “valore” del viaggio come elemento di crescita personale.

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