Modica, si completa la trilogia di Emanuele Minardo. Presentato il volume “Rotaie Vissute 3”

L’autore presenta fatti storicamente documentati, aneddoti, momenti di vita profondi, che rendeono il libro un condensato di umanità.

Dietro i passi epocali che portano a cambiamenti radicali di vivere, c’è sempre una storia, fatta di persone in carne ed ossa… le stesse persone che quei passaggi radicali li costruiscono, ci lavorano, li rendono possibili.

Nel raccontare l’evoluzione delle ferrovie siciliane, con una particolare attenzione alla realizzazione della Siracusa-Licata, nel lontano ‘800, questo vuole fare Emanuele Minardo, autore della trilogia ‘Rotaie Vissute’, che ieri, presso l’Auditorium‘Triberio’ di Palazzo della Cultura a Modica, ha presentato il suo terzo volume : parlare di chi ha permesso di innovare la vita collettiva, e lo ha permesso con il proprio lavoro, la propria dedizione.

La vita come storia’, è il sottotitolo dell’opera eppure spicca d’un carattere maiuscolo tutt’altro che marginale, perché è lì, nelle vite dei ferrovieri, che si costruisce la storia delle stazioni da Modica a Noto, i ponti di pietra, i mitragliamenti sulla linea dei primi mesi del 1943, la fine della guerre, il ritorno a casa, le locomotive a vapore.

In mezzo c’è il groviglio attorcigliato della vita in cabina, dei fatti di cronaca emblematici come la morte del macchinista Cassarino o il ferimento grave del fuochista Angelo Minardo.

Quest’ultimo, rappresenta il punto di congiunzione tra i tre volumi della ricerca dell’autore. Si tratta infatti del padre di Emanuele Minardo, lì risiede l’origine dell’opera stessa, nella “ricerca di mio padre – dice emozionato l’autore – non perché non l’abbia avuto con me ma perché il ricordo non è passato, vuole essere ancora presente”.

Una memoria collettiva, sviluppata attraverso il tempo della storia, fatta di documenti, foto, date concrete, sui fermenti dell’800, sulla ricostruzione politica di quegli anni, che si intreccia con una memoria personale, fatta di uomini che quei mutamenti li hanno vissuti e permessi.

Un viaggio tra le rotaie attraverso le parole di un’opera che conta quasi mille pagine, e le fotografie in bianco e nero di quei momenti, di quelle persone, con la costante del treno, nelle sue suggestive evocazioni d’ispirazione per una molteplicità di poeti.

Emanuele Minardo racconta e accompagna l’intera platea, verso tempi passati, indossando una poetica che fa del coinvolgimento emotivo il suo tratto caratteristico. Non soltanto fatti storicamente documentati, bensì aneddoti, momenti di vita profondi, che rende quelle pagine dense di umanità.

“Ho cercato di cogliere l’intensità della vita – riflette – ricordando il rispetto con cui mio padre tornava a casa da lavoro, in punta di piedi, per non svegliare noi figli, ma anche l’immagine indimenticabile di me bambino, quasi spaventato dal mio papà irriconoscibile perchè tutto sporco di fumo e olio… lì, in quei momenti, ritrovo la passione, la dedizione che aveva per il suo mestiere”.

All’incontro, patrocinato dal comune di Modica, anche le voci di Gino Solaris, Piergiorgio Barone e di Maria Monisteri, “nella veste non istituzionale ma di un’amica– afferma l’ex assessora alla Cultura – ho da subito sostenuto la ricerca di Emanuele, per la bellezza di storie e avvenimenti che hanno un legame profondissimo con il nostro territorio e fanno parte del nostro vissuto”.

“I ferrovieri, coloro che hanno permesso alla nostra provincia, la più a sud d’Italia, di uscire dall’isolamento – riflette Barone –hanno segnato l’infanzia di un quartiere, come quello della Fiumara, a cui sono e siamo profondamente legati… basti pensare al fatto che nessuno aveva orologi, a quei tempi la nostra vita era sincronizzata al treno… dal risveglio alla cena… ecco perché è un amarcord dolcissimo”.

Amore, passione, professionalità, è quanto emerge da queste “rotaie vissute” che Minardo ha voluto attenzionare con una cura capillare, al fine di non lasciare andare all’oblìo una porzione della nostra storia.

Marianna Triberio

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