Modica: intervista all’ex sindaco Meno Ruta tra passato e futuro della città

Ogni volta che si avvicinano le elezioni amministrative a Modica vengono fuori i nomi degli ex sindaci.

Ed in effetti, in altre città della provincia, alla fine, questi nomi sono tornati ad occupare le poltrone dei Palazzi di città, vedi Vittoria e Chiaramonte.

Ma gli ex sindaci di Modica sarebbero disposti a tornare ad indossare la fascia tricolore per il bene della città? Lo chiederemo proprio ai diretti interessati, cominciando dall’Avv. Carmelo Ruta, che ha amministrato Modica per due mandati, la prima volta nel 1993, all’età di 49 anni, con una lista civica indipendente e poi la seconda nl 1997 appoggiato da una coalizione di Centrosinistra.

Una lunga storia quella dell’ex sindaco Ruta, che inevitabilmente viene ricordata durante la nostra intervista che però ha inizio con una domanda sul presente:

Prima di capire chi potrebbe essere il futuro sindaco di Modica, le chiediamo che città troverà chi succederà a questa amministrazione?

Troverà una città con una situazione di assoluto degrado sotto tutti i punti di vista, finanziario, gestionale, amministrativo. Una città che è stata amministrata con un’amministrazione di manutenzione e nemmeno straordinaria ma ordinaria. Che è stato possibile fare grazie all’arrivo di fondi che sono stati intercettati dalla precedente amministrazione guidata da Buscema. A cosa sono serviti questi soldi? A pagare i debiti visto che non c’è stata nessuna progettualità, non è stata realizzata nessuna grande opera. Un centro storico abbandonato a sé stesso, che si è svuotato di tante attività commerciali che si sono trasferite alla Sorda dove esiste un disordine di natura urbanistica irrecuperabile. Provo un dolore al cuore nel vedere tutto questo. Quindi chi succederà a questa amministrazione deve essere una persona autorevole, che abbia delle idee chiare per lo sviluppo di questa città, che sappia progettare sia dal punto di vista urbanistico, per il recupero del centro storico, ma anche della parte nuova. Non dobbiamo dimenticare che il nostro è un centro storico di grandissimo livello, perché è uno dei più grandi della Sicilia, se consideriamo le città medie come la nostra, ma che deve essere recuperato perché costituisce la nervatura della socialità modicana.”

Chi potrebbe avere queste caratteriste da lei elencate per guidare la città di Modica da qui ai prossimi cinque anni?

In questo particolare momento credo che non ci sia una personalità che sia all’altezza di gestire questa amministrazione. Almeno che non ci sia qualcuno del passato che abbia l’età e la voglia ancora di farlo. Ovviamente escludendo me perché io ho superato la soglia dell’età che non mi consente di sostenere un peso così importante. Questo non significa che le persone come me, che hanno fatto le loro esperienze, e che hanno dato comunque qualche risultato a questa città, non possano impegnarsi nel sostenere, nell’aiutare, nel collaborare ma una collaborazione che deve essere non in prima linea ma in seconda, se non addirittura terza linea, per l’esclusivo interesse di questa città che vedo persa. Vedere sempre i soliti arruffoni che si presentano puntuali alle elezioni, persone che sono da 30, 40 anni con le mani in pasta al Comune e che ancora insistono per un interesse personale, senza una progettualità, senza un programma, senza sapere quali sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere mi fa tanta rabbia.”

In effetti questo è un dato di fatto, manca un programma, e non manca ormai solo a livello cartaceo, ma manca proprio come idea. Perché secondo lei?

Perché, come dicevo prima si fa solo manutenzione, come ha fatto questa amministrazione, ma in realtà anche quella precedente. Perché Antonello Buscema ha fatto tanto per la questione finanziaria ma si è esclusivamente dedicato a questo. Diverso è stato per le amministrazioni precedenti. Ad esempio, ho lasciato un progetto per questa città, importantissimo, quello delle scale mobili, che avrebbe potuto rappresentare un sistema di mobilità alternativa che non è stato ripreso da nessuno. Allora l’opposizione non volle assolutamente lasciarmelo approvare, quando l’opposizione esisteva, perché questo è un altro grave problema. Non c’è più un’opposizione seria, dura che possa vigilare su quello che fa l’amministrazione. Non ci sono più i consiglieri di una volta. Avere un’opposizione dura come quella che avevo io per un sindaco è stimolante, non è una seccatura. L’opposizione non è il nemico ma è l’avversario politico con cui confrontarsi. Perché di base c’era il rispetto. Spesso venivano fuori anche delle buone idee. Perché comunque avevamo una progettualità, oggi quello che io ho pensato per Modica, e che è stato realizzato in alcune importanti città d’Italia, potrebbe essere ancora attuato. Questo significa avere una visione dello sviluppo della città. Un’altra cosa importante, di cui si parla oggi, è la restituzione alla città dell’area dell’ex Foro Boario. Allora fu io a voler spostare il macello comunale fuori dalla città e quest’area è già da tempo a disposizione della collettività ma solo adesso è stata recuperata, che si sia realizzata con soldi del comune o della Regione, poco conta ormai, l’importante che si è fatta ma ci sono voluti nove anni e fra l’altro è stata recuperata solo in parte, solo all’esterno ma esiste proprio la struttura dell’ex mattatoio che potrebbe essere recuperata e resa fruibile. E ci sono tante strutture che vorrebbero essere recuperate. Penso, ad esempio, all’Albergo dei Poveri a Modica Alta che ho fatto sistemare all’esterno ma che oggi sta cadendo nuovamente a pezzi. Le idee ci sono e ancora la mia testa ne produce tantissime solo che a volte manca l’umiltà di chiedere consiglio a chi ha più esperienza di noi”.

A proposito di Modica Alta perché non si riesce a rilanciare questa parte alta della città? Secondo lei manca la volontà o esiste un reale problema?

Purtroppo, molti hanno preferito lasciare la parte alta della città per trasferirsi alla Sorda ma noi in realtà non abbiamo fatto niente per evitarlo. Abbiamo realizzato qualche servizio ma niente di più. Nella Via Principessa Maria del Belgio insistono ormai pochissime attività. Bisognerebbe magari incentivare le attività riducendo gli affitti e lo stesso per le abitazioni, in questo modo i giovani potrebbero ritornare a vivere in questa parte bellissima della città dove ancora la qualità della vita è davvero alta. Ma il punto è sempre quello mancano le idee, mancano i progetti, io avevo provato a farlo con l’Università, poi purtroppo questo progetto, che inizialmente aveva avuto un ottimo riscontro, è fallito. Ma bisogna crederci, riprovarci, trovare la strada giusta.”

Quindi lei sarebbe d’accordo sulla proposta di un “Governo dei Migliori” che sappia mettere insieme le personalità migliori della città, che possano condividere le loro idee, professionalità, al di là delle appartenenze politiche, che al dire il vero oggi sembrano venire meno perché non esistono più i partiti di una volta.

Questo è necessario ora più che mai. Ormai la colorazione politica per una città ridotta come la nostra non ha più senso, bisogna mettere da parte quelli che sono ormai concetti superati e rivolgersi a persone anche al di fuori della politica. Ci sono tantissimi giovani e meno giovani che sono dei professionisti affermati che potrebbero avere quella idea di progettualità che magari oggi i politici non hanno. Ma queste persone non devono necessariamente solo creare la squadra assessoriale ma bisognerebbe creare dei gruppi di lavoro a sostegno dell’amministrazione della città. Chi amministra questa città non deve pensare di esserne il padrone, non può solo il sindaco con la sua giunta decidere tutto ma devono avere l’umiltà di rivolgersi ad altri, di capire i propri limiti, di farsi dare dei suggerimenti per percorrere una strada di rivalutazione di questa città”.

Che cosa augura a questa città?

Mi auguro che i cittadini non scelgano una persona che sia una ‘longa manus’ dell’amministrazione attuale. Perché, se il futuro sindaco dovrà poi, essere gestito, dietro le quinte, dall’attuale amministrazione, non abbiamo risolto nessun problema. Bisogna saper scegliere le persone più adatte che si presentano con un programma che sia valido, realizzabile e che abbia la capacità di farsi capire e di fare capire che in questa città ci sono le condizioni per risollevarla. Sono molto scettico ma alla fine si troverà il nome giusto, anche se come ho già detto a Modica, è difficile trovare in questo momento una persona che possa essere all’altezza di questo ruolo, perché chi potrebbe farlo in realtà ha paura di imbarcarsi in questo progetto perché la situazione è drammatica, siamo sull’orlo del dissesto finanziario. L’unica soluzione è guardare indietro. Ci sono persone validissime come Franco Di Martino, anche lui ex sindaco della città e assessore, ma anche l’ex sindaco Piero Torchi, oppure personalità come un Giovanni Avola, che ha dato tanto a questa città. A questi nomi poi bisognerebbe affiancare tanti giovani che potrebbero crescere sul loro esempio, e diventare la futura classe dirigente.”

Albergo dei Poveri, Antonello Buscema, Ex Foro Boario, Franco Di Martino, giovanni avola, ignazio abbate, Piero Torchi

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