11 novembre San Martino, la Diocesi di Ragusa celebra la Giornata delle cure palliative

L’11 novembre è la giornata nazionale delle Cure Palliative. In questa giornata si celebra il gesto semplice con cui 1700 anni fa, circa, Martino, giovane soldato, incontrando sulla sua strada un mendicante seminudo sfinito dalla stanchezza e dal freddo, decise di tagliare a metà il suo mantello per offrirglielo come ristoro.

La tradizione narra che in quel momento, improvvisamente, il tempo cambiò e l’aria si fece incredibilmente mite: da qui l’estate di San Martino. Da questo gesto risale l’origine delle cure palliative. Per un soldato il mantello era tutto: riparo dal freddo, coperta per la notte… non averlo era certezza di sofferenza. Ma Cristo non lascia mai a mani vuote.

L’Ufficio per la Pastorale della Salute della Diocesi di Ragusa, insieme all’Hospice O.M.P.A. e alla SAMOT Onlus di Ragusa, quest’anno come ogni 11 novembre, partecipa alla campagna di sensibilizzazione sui diritti e sui bisogni dei malati inguaribili e delle loro famiglie attivata dalla Federazione di Cure Palliative.

La campagna informativa dell’11 novembre cerca di fare chiarezza sul fatto che le Cure Palliative coniugano terapie finalizzate al controllo dei sintomi con il necessario supporto psicologico e relazionale. Queste cure, inoltre, non sono rivolte solo ai malati oncologici né solo ai malati negli ultimi giorni di vita.

Le Cure Palliative sono la cura attiva e globale prestata al paziente quando la malattia non risponde più alle terapie aventi come scopo la guarigione. Si comincia la mattina del 10 novembre con un semplice ma significativo evento organizzato dell’Hospice dell’O.M.P.A.e dall’Asp di Ragusa.

Insieme al responsabile della Pastorale per la Salute, Don Giorgio Occhipinti, sarà presente anche il Vescovo Mons. Giuseppe La Placa per un momento di riflessione e per benedire i malati, i medici e gli operatori sanitari del reparto.

Giorno 11 novembre alcuni componenti dell’Ufficio saranno presenti alla Samot Onlus di Ragusa per un un’altro momento di riflessione e la benedizione dei medici e degli operatori sanitari che si occupano di assistenza domiciliare. Nonostante l’assenza dei volti, dei sorrisi e del contatto fisico si prendono cura degli assistiti e dei loro familiari.

Oggi più che  ai l’assistenza domiciliare continua ad essere prossimità, relazione e vicinanza, limitando il senso di solitudine causati dal COVID.

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