Covid e lavoro, la siracusana Fede Miceli ci racconta la sua idea di holiday working

Lo zaino per il prossimo viaggio, alla scoperta di un nuovo panorama da sogno, è già pronta. Dentro non ci sono solo costume da bagno e scarpe da trekking, ma professionalità ed esperienza.

Eccolo il bagaglio della siracusana Federica Miceli, esperta di social media marketing e travel blogger “dall’indole vagabonda”, per usare le sue parole. Certa che viaggio e lavoro possano andare a braccetto, Fede ha fatto della crisi generata dall’emergenza sanitaria un’opportunità.

E lo smart working prima e la ripresa perlopiù all’aperto dopo hanno lasciato lo spazio a quella che oggi è considerata una nuova tendenza, l’holiday working. Divenuto stile di vita per Federica. Soprattutto dal primo post pandemia. Dalla Thailandia a Laos. Poi Perù, Spagna, Portogallo e tanti incantevoli luoghi italiani.

La giovane professionista si è trovata a lavorare in un van camperizzato, in mezzo al bosco, in un bar vista mare, ma anche dentro co-working super attrezzati. Poter lavorare in viaggio non sempre è praticissimo. “Mi sono ritrovata spesso a cercare inutilmente una sedia comoda o una scrivania decente. E ho trascorso giornate – racconta Fede – con l’ansia che la connessione WiFi non funzionasse.

Ma non cambierei per nulla la mia vita attuale. Credo infatti che l’idea comune di lavorare per concedersi una settimana di ferie all’anno sia profondamente sbagliata. Un’idea che il Covid, con il suo strascico di dolore e morte, ha fatto certezza. “Io voglio che il tempo a mia disposizione – spiega Fede – sia ricco di nuove esperienze, destinazioni, culture e tradizioni tutte da scoprire.

Questo non vuol dire non lavorare, vuol dire semplicemente farlo in una condizione diversa. Lasciando da parte l’orologio. Potrei farlo a casa? Sì, potrei. Ma preferisco farlo senza sacrificare la mia voglia di scoprire e confrontarmi. Anzi, mettendomi continuamente alla prova. Perché è nel cambiamento che c’è la vita. E stranamente propria un’esperienza terribile come la pandemia da Covid-19 me lo ha fatto scoprire. 

E mi piacerebbe che questa mia testimonianza restituisse l’ispirazione o la voglia di crederci ancora a chi si è magari trovato in ginocchio per una crisi sanitaria, ma anche sociale, economica e, in molti casi emotiva, senza precedenti. Ma attenzione.

Fede ci tiene a precisare: “Questa è la mia ricetta della felicità. Per qualcun altro potrebbe essere trovarsi tutti giorni nello stesso ufficio con gli stessi colleghi. Non esiste un modo o un luogo migliore di un altro per lavorare, ma esiste la possibilità di scegliere l’ambiente che ci rende più produttivi. Io ho scelto il mio. E auguro a tutti di fare altrettanto”.

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