Al “Quasimodo” di Modica presentate due pubblicazioni di Domenico Pisana

Presentate al Caffè Letterario Quasimodo di Modica, con il coordinamento di Salvo Micciché, poeta, saggista , studioso di storia locale e componente  del gruppo, le due ultime pubblicazioni di Domenico Pisana.

Due docenti universitari, Dario Stazzone, italianista e presidente della Società Dante Alighieri – Comitato di Catania che opera nella Facoltà di Lettere dell’Università etnea, e Carmelo Vigna, docente emerito dell’Università di Venezia e presidente della Società Italiana di Filosofia Morale dal 2013 al 2016, hanno parlato dellepubblicazioni di Pisana sabato scorso nell’ Atrio comunale della città.

Dario Stazzone ha presentato il libro di poesie “Nella trafitta delle antinomie”, edito sia in Italia che in Romania ove è stato tradotto da Stefan Damian,poeta, scrittore, filologo e docente della Facoltà di lettere dell’Università Babeș-Bolyai.

Nel corso del suo intervento, Dario Stazzone ha evidenziato, in particolare, il senso della silloge, facendola rientrare nell’alveo di una letteratura dell’indignazione civile, richiamando Dante (cfr. Purgatorio VI: «Ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave sanza nocchiere in gran tempesta, / non donna di province, ma bordello!») ma anche Petrarca, Leopardi sino ad arrivare a Pasolini e a Sciascia.

«Pisana segna una nuova onomatesi», ha affermato Stazzone, con attenzione alla nuova Babele. Cita Passaggio in Turchia, Passaggio in Italia, che porta in Europa, e ricorda l’Italia di Dante, poi cita anche Ci stuprano le orecchie e Nella tomba di Lazzaro fino ad arrivare, appunto, a Il Paese piega su Babele, che di questa visione è il simbolo.

La poesia di Domenico Pisana è una poesia di grande bellezza – ha sottolineato Stazzone – ove la memoria torna ai grandi classici, dai tragici (Euripide in particolare) a Virgilio. L’universale umano, la memoria, gli studi umanistici che oggi sono sotto attacco… Pisana rievoca la propria biblioteca mentale, da JulaCristeva fino a Salvatore Quasimodo (Uomo del mio tempo) e ad un poeta a noi caro, Andrea Zanzotto (Dietro le quinte), mettendo l’accento sulla cancellazione della cultura. La poesia di Pisana ha quasi un ruolo di antagonista, l’autore interpreta (e forse teme) le speranze di oggi.

Infine Stazzone cita la poesia dedicata a Piero Guccione nel giorno della sua morte. Come il grande pittore sciclitano ed europeo, Pisana fa sua la lezione di lentezza (il mare e i carrubi di Guccione, dimensione lontana dal reale, altra). È una poesia che chiaramente si pone come omaggio al paesaggio ibleo.

Carmelo Vigna, è intervenuto sul testo di critica letteraria dal titolo “Viaggio nell’area aretusea. Percorsi di poesia narrativa saggistica” citando uno per uno i poeti, scrittori e saggisti aretuseidi cui Pisana si occupa nel volume (Giovanna Alecci – Giuseppe Blandino – Nicola Bono – Corrado Calvo – Luca Campi – Corrado Di Pietro – Angelo Fortuna – Salvatore Ignaccolo – Pina Magro – Piero Meli – Gioia Pace – Ignazia Iemmolo Portelli – Maria Lucia Riccioli – Annalisa Stancanelli – Stefano Trombatore), e dando una chiave di lettura ermeneutica attorno ai concetti di  “Raccolta” e “Logos”,per evidenziare come la raccolta di Pisanamettendo in relazione il logos degli autori selezionati costituisca un merito in quanto aiuta a mettere in luce “l’identità collettiva” contemporanea di un’area geografica della Sicilia, quella che viaggia tra gli iblei e l’aretuseo, ove, come già in passato, è presente una vivacità culturale rilevante, di cui gli autori presi in esame sono una testimonianza apprezzabile nella sua oggettiva espressione.

Fare una raccolta di autori, scrivere una raccolta, – ha affermato Carmelo Vigna – è dunque un’operazione notevole, non indifferente. Il Logos viene da un lato «venduto a spicchi» e dall’altro induce ad «andare a vedere come stanno realmente le cose, a descrivere. Il pensiero che ci insegnano i greci è infatti basato sul concetto visivo, il “vedere come stanno le cose”, mentre la tradizione ebraica, poi fatta propria dal cristianesimo, ci ha insegnato il concetto dell’udire. In questa prospettiva, la Fede è «dar per veduto quello che si è udito», ma il destino dell’obbedire è anche il vedere (la «Visio Dei» di S. Tommaso).

Il Logos, dunque, è il luogo dove si decide tutto per noi e tutto di noi. Questo abita nella fragilità del cuore umano, questo ci induce a pensare la convivenza (e la dicotomia) tra il Logos e il corpo, che sono come «due cavalli che tirano da parti opposte», eterno l’uno, fragile l’altro. La convivenza è difficile, la convivenza è una «raccolta di diversità». L’anelito etico dell’uomo consiste nell’elevare le forme istintuali in regole. Tutta la vita gli uomini debbono “raccogliere”, portare ad unità, onorare il Logos, anche nel corpo. La poesia e la scrittura di cui Pisana si occupa nel suo libro fanno parte di questo complesso gioco.

Nel corso della serata è intervenuto il regista e attore Gianni Battaglia, bravo, coinvolgente – autore, tra l’altro, del volume Il dramma sacro di Vittoria (Teatro d’Arte Sicilia 2016), che raccoglie l’esperienza sul campo di tanti anni di sacra rappresentazione a Vittoria, che lo ha visto protagonista –. Battaglia ha letto, appassionando il numeroso pubblico presente, alcune poesie di Domenico Pisana (Le lingue incespicano, Dal Paese s’alza l’urlo, Passaggio in Italia, Passaggio in Europa, Questo mare di Pozzallo, Ci stuprano le orecchie).

Gli intermezzi musicali sono stati eseguiti da un Duo che si è fatto notare per la bravura  e per la qualità delle composizioni al pianoforte,  composto dalla modicana Marzia Poidomani e dalla pozzallese Grazia Colombo. Molto apprezzato anche un fuori programma dedicato a Franco Battiato.

Salvo Miccichè

Carmelo Vigna, Dario Stazzone, Gianni Battaglia

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